About

Se vivete in una città e avete un cellulare connesso ad internet, forse inconsapevolmente, rientrate nella categoria degli urban prosumer. Il neologismo prosumer fu creato dal sociologo Alvin Toffler negli anni ‘80 per identificare un nuovo tipo di consumatore alla fine dell’era della produzione seriale di massa: da soggetto passivo ad attivo nella produzione. Il termine è proprio la crasi delle parole producer e consumer e viene utilizzato per indicare quando il produttore e il consumatore coincidono. Toffler utilizzava questo termine per indicare un allargamento delle possibilità offerte al consumatore, dalla personalizzazione del prodotto all’apparizione di nuovi servizi che gli permettevano di sostituirsi a specialisti o personale addetto.

Traslato nel mondo informatico, questo nuovo approccio è ancora più forte, come previsto da McLuhan, nel web siamo tutti ricevitori ed emettitori e quindi in un certo senso produttori e consumatori. Tanto nel web che nella realtà fisica delle nostre città svolgiamo un lavoro da cui aziende estraggono valore: siamo produttori di dati. Oggi il layer dell’informazione è così ubiquo ed intrecciato al layer della città fisica che i due livelli sono praticamente indistinguibili e inestricabili. La città contemporanea è tanto hardware quanto software, e proprio per questo i colossi informatici dopo aver conquistato e privatizzato lo spazio digitale si apprestano a conquistare lo spazio fisico delle nostre città, trasformandone irrimediabilmente le economie e le relazioni che vi intercorrono.

In potenza, gli urban prosumer sono cittadini attivi e consapevoli che sfruttano a loro vantaggio il potere liberatorio ed emancipante delle tecnologie informatiche per immaginare e costruire insieme un modo più equo, giusto ed inclusivo. La mission di questo sito è quello di creare un luogo di approfondimento, riflessione e confronto: una community informata e sensibile ai temi trattati, sempre più rilevanti ed attuali nella società contemporanea.

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